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Verso est
Il vero viaggio inizia adesso. Lascio la California per entrare in Arizona.
Seconda Tappa: Needles, California - Shamrock, Texas - 900 miglia, 14 ore
Partendo alle 7:45 la temperatura e' gia' piu' che confortevole.
Devono avere delle temperature piuttosto alte durante il giorno,
malgrado sia la fine di Novembre.
C'e' gia' un discreto traffico sulla strada. L'autostrada e' a due
corsie, con un limite di 75 mph in Arizona e New Mexico, sebbene
molti camion non possono sostenere 75 mph a causa delle continue
salite. Needles e' a 300 metri sul livello del mare.
Il confine tra California e Arizona e' un ponte sul fiume
Colorado; dopo aver lasciato il Grand Canyon qualche decina
di miglia piu' a nord, il fiume devia verso sud per gettarsi nella Baja California.
In breve saliamo fino a 1000 metri in soli 80 km, dal confine
con l'Arizona a Kingman, AZ, e quindi ancora di piu', fino ai
2300 metri slm di Flagstaff, sull'altopiano a sud del Grand Canyon.
Si sente che il tempo e' diverso qui. In Flagstaff c'e' un forte
vento gelido, malgrado splenda un bellissimo sole.
La caratteristica principale di questa parte del viaggio
sono le formazioni rocciose del deserto, che si alternano a
belle foreste di conifere. Il paesaggio varia in continuazione,
sia in termini di composizione che di colori.
Mi fermo ad uno dei vari "indian trading post". Sono in realta'
degli spacci per turisti in cui si vendono bellissime porcellane
(che non compro per paura di romperle nel viaggio di ritorno),
vetro decorato con sabbia colorata, legno pietrificato e
creazioni artistiche degli artigiani indiani locali.
E' interessante notare che questi "trading post" non sono immediatamente
all'uscita dell'autostrada; bisogna percorrere qualche centinaio
di metri per raggiungerli. Inoltre, dalla strada non hanno
un'aria particolarmente attraente, ma dentro sono abbastanza
curati.
Un'altra sorpresa e' il numero di treni merci che si vedono
passare lungo la ferrovia che corre parallela all'autostrada
per lunghi tratti. A volte si vedono anche 2 treni incrociarsi.
Provo a filmarne qualcuno con lo sfondo delle formazioni
rocciose, ma non sono sicuro del risultato, viste le vibrazioni
e la difficolta' di guidare. Fortunatamente il cielo e' terso,
il sole splende e la luce e' semplicemente perfetta.
Vedo molte pattuglie della polizia: a volte guidano in direzione
opposta alla mia, a volte sono ferme nelle stradine di servizio
tra le due carreggiate dell'autostrada, e a volte ferme dietro
a una macchina per fare una multa.
E' facile guidare oltre il limite di velocita' a causa delle
continue salite e discese della strada, per cui devo essere prudente.
Mi metto dietro a qualche altro viaggiatore e non ho problemi.
Il New Mexico e' un po' deludente. Ero gia' stato nella parte
nord dello stato, ma la sezione attraversata dalla I-40 e'
piuttosto monotona. Eccetto per le occasionali salite e discese
o l'attraversamento di qualche canyon, il paesaggio e'
desolato; e' comunque molto piu' colorato che non la
porzione attraversata dalla Interstate 80 del Nevada, molto
piu' a nord. Un'altra sorpresa e' che non si attraversano
le Montagne Rocciose a questa latitudine. In fatti, non si
attraversa alcuna montagna, a parte l'iniziale salita per
raggiungere il plateau del Grand Canyon.
E' stata una repentina salita seguita da una graduale discesa
per i successivi 3000 chilometri.
Arrivo ad Albuquerque quando il sole si appresta a tramontare
Anche questa e' una sorpresa, visto che l'orologio segna le
quattro del pomeriggio; in realta' non mi sono accorto di
aver attraversato un fuso orario, e che di fatto erano
le 5 pomeridiane, Mountain Time. Cio' significa che non
c'e' molta piu' luce per fare riprese dopo Albuquerque.
Attraversando la citta' molti cavalcavia sono decorati
con motivi ornamentali indiani. Cio' e' molto attraente,
anche se la qualita' e' molto variabile.
Arrivo alla fine del New Mexico ed entro in Texas quando
e' scuro da molto tempo. Cerco di prendere una foto con
lo sfondo del cartello di benvenuto al confine, ma la
video camera richiede piu' luce di quanta anche gli abbaglianti
possano proiettare, per cui il risultato e' troppo scuro.
Il Texas ha un limite di 70 mph (108 km/h) di giorno, 65 di
notte (100 km/h). Arrivo ad Amarillo un po' prima delle 20:00
(Pacific Time) ma sono quasi le 22:00 ora locale (Central Time).
Decido che posso guidare ancora un'ora cosi' da essere
piu' vicino alla mia destinazione il giorno successivo.
Peccato che dopo Amarillo non ci siano piu' molti centri abitati.
E' cosi' che finisco a Shamrock, 2029 abitanti all'ultimo censimento.
Prendo una camera al Budget Host Inn per 40 dollari piu' tasse,
dopo aver provato in altri motel dai nomi piu' rinomati.
Probabilmente sveglio la gestore dell'albergo (sono intanto
le 23:30 ora locale) che mi viene ad aprire in quello
che sembra un pigiama. Prendo le chiavi, scarico la macchina,
e mi preparo per la notte.
Domani sara' una lunga giornata, senza il conforto della
bellezza del deserto.
Terza Tappa: Shamrock, Texas - Lebanon, Tennessee - 870 miglia, 14 ore
La mattima mi rimetto in marcia sotto una coltre di nubi.
Guidare verso est non mostra un paesaggio molto interessante.
L'unica nota di colore e' che rivedo finalmente gli alberi,
che avevo abbandonato in California. L'unica vegetazione
incontrata il giorno precedente erano arbusti del deserto
e le foreste di pini e abeti a sud del Grand Canyon.
Stranamente non vedo alcuna pattuglia della polizia in tutto
il tratto percorso dal New Mexico al Texas.
In breve arrivo al confine con l'Oklahoma. Mi fermo al
Visitor Center per prendere una mappa dello stato (gratis)
e per fare una foto, e riprendo il cammino.
Una cosa che noto in Oklahoma e' il pessimo stato delle strade,
molto peggio che in qualunque altro posto abbia incontrato sinora.
Anche qui, nessuna traccia di polizia. Il tempo migliora avvicinandosi
al mezzogiorno, con le nuvole che si diradano parzialmente.
Purtroppo il paesaggio continua a essere noioso: molte basse
colline da attraversare nella parte occidentale dello stato,
mentre la parte orientale e' piu' piatta.
Lungo la strada vedo molti segnali stradali indicanti l'entrata
e uscita da un territorio indiano all'altro: Osage, Cheyenne,
Arrapaho, Comanche, Cherokee. Tutti i nomi piu' famosi delle tribu'
indiare sono raccolti in poche decine di miglia, eccetto
naturalmente i Navajo che ho gia' incontrato in Arizona
e gli Apache. Dopo essermi documentato, scopro che tutte queste
tribu' sono state deportate da altre zone dell'America, sopratutto
dal sud-est (Florida, Georgia, Alabama ecc.) in quello che e'
stato chiamato il Sentiero delle Lacrime (Trail of Tears).
Sarebbe interessante ritornare in queste zone, se non per
il paesaggio, almeno per visitare le varie tribu' indiane.
Anche qui, nessuna traccia di polizia. Abbinato al pessimo
stato delle strade e ai continui cantieri, si deve concludere
che l'Oklahoma non investe molto nella viabilita'.
All'opposto, l'Arkansas (pronunciato "arcansoh") inizia con
un cartello minaccioso: "All road laws strictly enforced.
No tolerance" (Tutte le leggi della strada fatte rigorosamente
rispettare. Tolleranza zero.) ed infatti in poche decine
di miglia dal confine vedo 6 o 7 auto della polizia
nascoste dietro i piloni dei cavalcavia o qualche collina,
o ferme sul bordo della strada (in piena vista, probabilmente
per beccare i guidatore che non si spostano sulla corsia
di sorpasso all'avvicinarsi ad un auto in sosta, che sembra
essere una regola frequente negli stati dell'est).
Dopo una cinquantina di miglia dal confine comunque le
auto della polizia scompaiono, e da li in poi si torna alla
normalita'. Mi fermo al Visitor Center per la mappa e la
foto di rito, e mi rimetto in marcia.
Mentre ero in Oklahoma non ho quasi visto una casa; al
contrario appena entrato in Arkansas vedo molti paesini,
cascine e baracche sulle colline e nei campi che
costeggiano l'autostrada, il che da' una sensazione di
vita molto piu' marcata. Mentre la parte occidentale
dello stato e' caratterizzata da basse colline, la parte
orientale, dopo Little Rock, la capitale dello stato e
patria del Presidente Bill Clinton, e' piu' pianeggiante.
La vegetazione e' piu' verdeggiante, come se stessi
viaggiando nel nord Italia, con molti campi coltivati
a grano. Il guaio e' che lo stesso paesaggio si ripete
per miglia e miglia, fino al tramonto. E' gia' scuro
quando arrivo al confine col Tennessee.
Passo il confine, che e' rappresentato da un ponte
sul fiume Mississippi (che sfortunatamente filmo in
condizioni notturne), e attraverso la citta' di Memphis,
che e' sulla sponda est del fiume. La destinazione
finale del giorno e' la capitale del Tennessee,
Nashville, 320 chilometri piu' a est.
Mi fermo in uno dei sobborghi orientali di Nashville,
ad un Knights Inn, dove prendo una camera per 44 dollari
tasse comprese, e vado a dormire dopo aver guidato
per 14 ore e 1300 chilometri.
Prossimo : Verso nord
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